“Questa patologia, purtroppo, priva il malato di una parte importante della sua socialità, rendendolo fragile, bisognoso di affidarsi oltre che di fidarsi e di essere accompagnato nel percorso di cura da specialisti disposti a collaborare e ad interagire dal punto di vista scientifico/terapeutico ma anche emotivo”.
Cos’è il tumore dell’orofaringe
Il tumore dell’orofaringe origina dalle tonsille, dalla parte più posteriore della lingua (base della lingua) e dal palato molle; da non confondere con i tumori della restante parte della lingua, che fanno parte del cavo orale.
È un tumore raro, ma rispetto agli altri tumori della regione della testa e del collo è uno dei più frequenti. In Italia colpisce 2.6/100.000 abitanti, soprattutto di mezza età, prevalentemente tra i 50 e i 70 anni, con una frequenza che per gli uomini è 6 volte quella delle donne.

Cause e fattori di rischio del tumore dell’orofaringe
Le cause note sono l’abitudine al fumo e/o l’abuso di alcol e/o l’infezione da Papilloma Virus (HPV). Quest’ultima causa è correlata alla comparsa di carcinomi spinocellulari dell’orofaringe (soprattutto della tonsilla palatina e linguale) e ne condiziona favorevolmente la prognosi.
Prognosi per il cancro all’orofaringe
I fattori prognostici principali sono:
– la grandezza del tumore (T)
– le dimensioni e il numero dei linfonodi coinvolti (N)
il tipo di carcinoma
– presenza o meno di HPV e p16
– numero di sigarette fumate al giorno
– per quanti anni si è fumato.
La prognosi per il tumore all’orofaringe è migliore per i tumori più piccoli, con minore o assente coinvolgimento dei linfonodi, senza interessamento degli organi a distanti, dove la sopravvivenza a 5 anni dopo il trattamento con radioterapia o chirurgia va dal 70-80%.
Per gli stadi più avanzati lo stato di HPV e/o p16, il numero di sigarette fumate al giorno e per quanto tempo acquistano un’importanza prognostica fondamentale permettendo di suddividere il rischio in 3 categorie: basso, intermedio e alto (vedi tabella) dove i pazienti a basso rischio hanno una probabilità di sopravvivenza a 5 anni del 90%, a fronte del 70% per i pazienti con tumore a rischio intermedio e 35% a rischio alto [1-2].
*pack-year: un pacchetto di sigarette al giorno per un anno
Inoltre, tra i pazienti affetti da tumore correlato ad HPV, gli stadi iniziali (T1-3N0-2b) trattati con chemio e radioterapia, sembrerebbero essere a miglior prognosi, con una sopravvivenza a 5 anni del 82%, rispetto agli stadi più avanzati, che si dividono tra rischio intermedio, con una sopravvivenza a 5 anni del 76% (T1-3N0-2b) e alto, con sopravvivenza a 5 anni del 54% (T4 e/o N3). [3].
Dal 1988 al 2004 i casi di tumore legati all’infezione da HPV si sono più che triplicati, ed è stato calcolato che nel 2030 saliranno al 50% [4].
Il 90% di questi tumori sono carcinomi spinocellulari, mentre il restante 10% è costituito da carcinomi delle ghiandole salivari, i linfomi e i melanomi.
Sintomi e diagnosi del tumore all’orofaringe
I sintomi di allarme possono essere: persistente e ingravescente difficoltà e/o dolore alla deglutizione, talvolta associate a dolore all’orecchio come sintomo riflesso, comparsa e progressiva crescita delle ghiandole del collo (linfonodi), che, nel 55-65% dei casi sono l’unico segnale di malattia.
In questo caso è fondamentale una rapida valutazione specialistica otorino coadiuvata da un’indagine endoscopica chiamata fibroscopia e associata, in caso di sospetto, a indagini radiologiche come: risonanza magnetica (RM) del massiccio facciale e collo con e senza mezzo di contrasto (mdc), seguita, se necessario, da tomografia ad emissione di positroni (PET).
La diagnosi di tumore deve essere confermato da una biopsia della sede d’origine o, se non possibile, da una biopsia del linfonodo sospetto con aggiunta di ricerca del virus HBV o della proteina p16 nel tumore.
Trattamento del tumore orofaringeo
Il trattamento degli stadi iniziali del cancro all’orofaringe è di sola radioterapia o sola chirurgia.
Per malattia localmente avanzata è necessario un approccio combinato di chemio e radioterapia concomitanti oppure, per casi selezionati di chemioterapia seguita da radio-chemioterapia concomitante con l’obiettivo di raggiungere una guarigione.
Per casi selezionati si può prendere in considerazione la reirradiazione (vedi sezioni dedicate a “Radioterapia”), o la chirurgia di salvataggio (vedi sezioni dedicate a “Chirurgia”).
Per le forme avanzate l’obiettivo è la cronicizzazione della malattia mediante l’impiego di chemioterapia, possibilmente associata a terapia biologica, e, in seconda battuta, per pazienti in buone condizioni generali, di immunoterapia come da recente approvazione, oppure di ulteriore chemioterapia.
Ai suddetti trattamenti viene eventualmente associata radioterapia delle sedi sintomatiche o a rischio di sanguinamento/frattura e la chirurgia delle singole metastasi.
Il paziente affetto da tumore all’orofaringe dovrebbe essere sottoposto a screening nutrizionale entro quattro settimane dalla diagnosi al massimo. Molto spesso, infatti, gli aspetti nutrizionali sono più trascurati rispetto ad altre attività cliniche tipicamente associate al trattamento dei tumori ma, a seguito di una diagnosi di neoplasia del distretto testa-collo o, più in generale, di una parte del tratto digerente, il successo delle terapie dipende anche dalla precocità con cui il paziente è preso in carico anche da un professionista qualificato in ambito nutrizionale.
Gli effetti collaterali di tali trattamenti sono descritti nell’apposita sezione “effetti collaterali”.
Gestione complicanze e urgenze
Leggi la pagina dedicata alle Urgenze da Pronto Soccorso nei pazienti affetti da tumore testa-collo per riconoscere quali sono le condizioni di urgenza o addirittura di emergenza durante il percorso diagnostico-terapeutico, per cui è necessario rivolgersi al Pronto Soccorso. Alcune di esse sono molto pericolose per la vita e necessitano di un rapidissimo riconoscimento e trattamento causa rischio sopravvivenza del paziente.
Bibliografia
- Ang KK, Herris J, Wheeler R et al: Human papillomavirus and survival of patients with oropharyngeal cancer. N Engl J Med 2010; 363: 24–35
- Granata R, Miceli R, Orlandi E et al. Tumor stage, human papillomavirus and smoking status affect the survival of patients with oropharyngeal cancer: an Italian validation study. Ann Oncol. 2012 Jul; 23(7):1832-1837
- Huang SH, Xu W, Waldron J et al. Refining American Joint Committee on Cancer/Union for International Cancer Control TNM stage and prognostic groups for human papillomavirus-related oropharyngeal carcinomas. J Clin Oncol. 2015 Mar 10;33(8):836-45.
- Pytynia KB, Dahlstrom KR, Sturgis EM. Epidemiology of HPV-associated oropharyngeal cancer. Oral Oncol.
- 2014 May;50(5):380-6. Epub 2014 Jan 22. Review.
Medico oncologo specialista ed esperto in tumori del distretto testa-collo
IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano