Il Methotrexate o metotressato è un farmaco antitumorale che può essere assunto sia in compresse che endovena e in quest’ultimo caso viene somministrato settimanalmente, da solo o in associazione ad altri farmaci tipo la bleomicina.

Agisce come antagonista dell’acido folico, interferendo sia con la riparazione del DNA che con la moltiplicazione cellulare e agendo dunque tanto di più quanto più le cellule si trovano nella fase di replicazione. Quindi, il suo effetto è maggiore sui tessuti in rapida moltiplicazione, normalmente più sensibili agli effetti della molecola.
Se la proliferazione delle cellule tumorali maligne è superiore a quella dei tessuti sani methotrexate compromette la crescita tumorale senza arrecare danni irreversibili ai tessuti normali.
Effetti collaterali del Methotrexate
Gli effetti collaterali più comuni sono:
- Temporaneo deficit delle cellule del sistema immunitario indebolimento e quindi maggiore facilità alle infezioni. Il paziente viene sottoposto ad esami del sangue regolari per controllare l’insorgenza e la gravità degli eventuali effetti collaterali e l’oncologo firnisce indicazioni su come comportarsi in caso di insorgenza degli stessi.
- Dolore, infiammazione (mucosite), ulcere della bocca (primissimi segni di tossicità). Nel caso in cui succeda l’oncologo fornirà indicazioni su come gestire al meglio la situazione. Le Mucositi, in particolare, iniziano di solito, 5-10 giorni dopo il trattamento, con una sensazione di bruciore alla bocca e alla gola, possono evolvere in ulcerazioni e colpire anche la vagina, il retto e l’esofago. Le mucositi alla bocca si possono prevenire con un’adeguata igiene orale.
- Stanchezza e debolezza generale diffusa o sonnolenza, anche detta astenia. È importante concedersi del tempo per riposare.
- Malessere generale tipo stato influenzale. Sono solitamente lievi e includono: febbre, mal di testa, dolori muscolari diffusi, sensazione di freddo con brividi, stanchezza e inappetenza, tosse, insonnia e sudorazione.
- Fertilità. Il farmaco può avere effetti sulla capacità di avere bambini. È importante discuterne con l’oncologo prima di avviare le cure in modo da poter attuare misure che limitino il problema.
- Nausea. Si consiglia di segnalare sempre all’oncologo l’insorgenza di questi effetti collaterali perché esistono farmaci, detti antiemetici, molto efficaci che aiutano a controllare i sintomi. In ogni caso prima di iniziare la terapia ne vengono somministrati alcuni a scopo preventivo. La nausea può verificarsi sia durante l’infusione del farmaco sia alcuni giorni dopo e se non sono controllati dalla terapia al bisogno informare l’oncologo in modo da ricevere un trattamento antiemetico più efficace.
- Intorpidimento o formicolio a mani e piedi (parestesie o neuropatia periferica) sono dovute ad un’irritazione dei nervi da parte del farmaco soprattutto, per cui si potrà evidenziare difficoltà a tenere in mano oggetti piccoli, ad allacciare bottoni o a scrivere. La situazione solitamente migliora circa un mese dopo la sospensione delle cure.
Effetti non comuni
- Temporaneo deficit delle cellule del sangue vale a dire anemia e ridotta capacità di coagulazione con facilità nell’insorgenza di lividi o di piccoli sanguinamenti (piastrinopenia). Il paziente viene regolarmente sottoposto ad esami del sangue per controllare l’insorgenza e la gravità degli eventuali effetti collaterali e l’oncologo fornisce indicazioni su come comportarsi in caso di insorgenza degli stessi.
- Vomito. Si consiglia di segnalare sempre all’oncologo l’insorgenza di questi effetti collaterali perché esistono farmaci, detti antiemetici, molto efficaci che aiutano a controllare i sintomi. In ogni caso prima di iniziare la terapia al paziente vengono somministrati alcuni antiemetici a scopo preventivo. Il vomito può verificarsi sia durante l’infusione del farmaco sia alcuni giorni dopo e se non sono controllati dalla terapia al bisogno informare l’oncologo in modo da ricevere un trattamento antiemetico più efficace.
Informazioni aggiuntive
Se durante le flebo si sente dolore nel punto di inserzione dell’ago o lungo la vena o se si nota una fuoriuscita di liquido, bisogna segnalarlo subito all’oncologo o all’infermiere/a, in modo che possano controllare che tutto stia procedendo correttamente ed eventualmente provvedere a ridurre il fastidio.
Alcuni farmaci anche omeopatici potrebbero interferire con l’effetto della chemioterapia, per cui si consiglia di consultate l’oncologo prima di assumere altri farmaci.
Si sconsiglia di iniziare una gravidanza o concepire un bambino in corso di chemioterapia o almeno dai 3 ai 12 mesi successivi, in quanto il farmaco potrebbe compromettere lo sviluppo fetale. Anche in questo caso, si consiglia di discuterne apertamente con l’oncologo.
Medico oncologo specialista ed esperto in tumori del distretto testa-collo
IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano